lunedì 26 settembre 2016

Soffri di una malattia che ritieni essere di origine psicosomatica? Non rinunciare a cercare una soluzione!

Soffri di gastrite e credi sia una questione psicosomatica? Non rinunciare a cercare una soluzione!

"...Io soffro di gastrite...ma tanto so che dipende dallo stress e  perché sono arrivata a stressarmi così, e mi tocca tenermela!"

Il fatto di percepire, di capire le origini di un malessere non dà sempre modo di evitarlo o di tamponare poi le conseguenze che lasciano invece una traccia indelebile nel fisico e una certa sensibilità che, in condizioni di stress, torna poi a farsi sentire.

Ma cos'è la somatizzazione? Si tratta della trasformazione delle emozioni vissute in problemi fisici o disturbi psichici, in un sistema complesso in cui ogni organo è anche simbolo del conflitto emotivo sottostante.
Quindi cosa succede quando si somatizza un evento stressante? Quando il corpo parla al posto della psiche?
In pratica, quando si vive un disagio interiore o un momento di stress intenso, se la mente non riesce a riconoscere, sperimentare e buttare fuori il carico emotivo di rabbia, frustrazione, dolore e colpa queste emozioni poi finiscono con l'incidere sulla salute di un determinato organo.
Per questo è fondamentale che oltre a capire il motivo per cui il malessere si presenta è importante imparare a comprendere, conoscere e vivere le situazioni che lo fanno scattare, riuscendo anche a sentirlo appieno e lasciandogli trovare una strada di espressione esterna (comportamenti, azioni, parole) e non interna (dolore fisico, malessere, gastrite...).

Nella cura dei disturbi psicosomatici sta prendendo piede anche in Italia una tecnica psicoterapeutica molto efficace, l'ISTDP (che io stessa sto utilizzando) che permette proprio di far riconoscere, vivere e gestire in modo efficace ai pazienti i propri conflitti interiori, comprendendoli ad un livello più profondo rispetto a quello cognitivo, sperimentandone la forza e la potenza, per poi riuscire a gestirli in un modo del tutto costruttivo e non più autodistruttivo, attraverso la comprensione del fatto che se ci si tratta male e non si ha il coraggio di ascoltarsi si finisce con il distruggersi. 
Questo approccio terapeutico riesce ad ottenere in tempi relativamente brevi ottimi risultati con molte malattie psicosomatiche, più efficacemente rispetto ad altre forme di terapia. Non esitate in caso di bisogno a cercare lo specialista di questa disciplina più vicino a voi: la vostra salute e il vostro benessere vi ringrazieranno!

giovedì 22 settembre 2016

COME GESTIRE ANSIA E STRESS - TEORIA E PRATICA. Al via i nuovi corsi!

Gestire Ansia e Stress si può!

Partiranno ad ottobre i nuovi corsi che condurrò assieme alla collega Psicologa Jessica Catalano:


Sempre più spesso si parla al giorno d'oggi dei problemi legati ad Ansia e Stress, e tanti hanno avuto modo di sperimentarli anche se in gradi diversi. L’obiettivo di questo corso vuole essere proprio quello di far capire cosa sono, come questi agiscono sul nostro corpo e sulla nostra mente, da dove hanno origine, e soprattutto insegnare all'utente valide tecniche pratiche di riduzione e controllo dell'Ansia e dello Stress.

I corsi avranno luogo grazie all'organizzazione dell'Università Popolare di Camponogara nelle giornate di lunedì mattina dalle 8.45 alle 10.15 a Camponogara e martedì dalle 20.40 alle 22.10 a Vigonovo (VE). 

Per informazioni e iscrizioni, contattate la segreteria dell'Università Popolare di Camponogara tramite il sito web o telefonicamente ai numeri:
041.51.58.030 - 331.8228533

Affrettatevi!


lunedì 19 settembre 2016

I genitori pensano di non passare tempo sufficiente con i propri figli... Lo pensi anche tu? Tre indizi per capire se passi abbastanza tempo con tuo figlio.

Condividete coi vostri figli le piccole esperienze di ogni giorno!

Molti genitori pensano di non passare abbastanza tempo con i loro figli e sentendosi quindi in colpa tendono a compensare con regalini vari o concessioni alle regole base dell'educazione.
Ma cosa serve ad un figlio per non sentirsi lasciato a se stesso?

  • Serve che il genitore dedichi un tempo sufficiente per riuscire a vivere assieme parti della giornata, dove il figlio può trovare il tempo e lo spazio psicologico di raccontarsi sentendosi ascoltato.
  • Serve che si possano condividere assieme alcune esperienze anche se piccole, come ad esempio lo sport.
  • Serve molto anche giocare assieme, questo lo si può fare a tutte le età e richiama la riscoperta del bambino interiore che ogni adulto/genitore ha dentro, e che chiede solo di venire fuori e di potersi sintonizzare con il proprio figlio.

Tutto questo richiede una discreta dose di quotidianità e di spazi che il genitore si ritaglia per la gioia di stare con i propri figli, vederli cresce e poter dire: "Quando aveva bisogno di me, io c'ero".

Questo è quello che un figlio chiede, e se vi siete riconosciuti nei tre punti sopra elencati allora siete sicuramente dei genitori presenti e non avete nulla da rimproverarvi... continuate così!



domenica 11 settembre 2016

Inizia la scuola! Che emozione! Come aiutare il tuo bambino a non sentirsi troppo agitato in due mosse.

La scuola sta iniziando! Aiutiamo i nostri ragazzi a viverla al meglio.

Che sia l'inizio di un nuovo anno scolastico o l'inizio di un ciclo di studi, ricominciare la scuola porta sempre una certa quota di emozione, tensione e forse un po' di ansia.
Non preoccupatevi, è tutto nella norma perché questa condizione di "cosa succederà", "come andrà" investe tanto i bambini quanto i genitori.
Per aiutare i bambini (ma anche un po' i genitori!) a sentirsi meno tesi prima di quella che si prospetta una nuova avventura, è importante:

  • Condividere con i propri figli queste sensazioni: così facendo si riesce a sintonizzarsi sui loro sentimenti e questo li farà sentire più capiti e meno agitati, di conseguenza quindi più sicuri si se stessi e con maggiore autostima.
    Ad esempio: "So che sei un po' emozionato, anch'io lo sono ed è normale perché inizia una nuova avventura e la affronteremo assieme"
  • E' giusto sdrammatizzare un po' ma senza sminuire e minimizzare troppo l'impatto emotivo che comunque un'esperienza nuova porta, soprattutto con i bambini che tornano a vedere amici graditi ma anche magari qualche conoscenza sgradita. Questo rinforza la sensazione dei bambini di essere capaci di affrontare anche situazioni che non conoscono e che non possono controllare.
    Ad esempio: "Vedrai che anche questa volta andrà bene anche perché in tutte le nuove imprese in cui ti sei buttato sei sempre stato capace di cavartela bene e anche stavolta non sarà diversa".
    Un esempio che sarebbe meglio non seguire è: "Ma figurati l'hanno fatta tutti e la farai anche tu perché non sei mica un cretino come invece tuo cugino Gigetto che..."

Questi piccoli accorgimenti vi permetteranno di vivere assieme a vostro figlio e di condividere una nuova esperienza, che affrontata con la giusta serietà ma anche con adeguata leggerezza diventerà un tesoro di buoni e importanti ricordi, relazioni ed emozioni.



lunedì 5 settembre 2016

A cosa non dovrebbe mai rinunciare una donna? A non essere stressata! Un facile esercizio per gestire ansia e stress.

Indecisioni, conflitti...che stress!

A cosa non dovrebbe mai rinunciare una donna?
È lo slogan di una nota marca di accessori femminili che lancia l'ottimistico messaggio alle donne di ogni età che affrancarsi come tali è meraviglioso e non comporta delle rinunce.
"...io non rinuncio alla famiglia per il lavoro...
...io non rinuncio al lavoro per la famiglia...
non rinunciare mai ad essere donna..."
Sono stati così intelligenti da mettere in ogni situazione una donna differente, così da pensare che lo spot volesse comunicare che ogni donna può fare le sue scelte per non rinunciare a quello che per lei è più importante in quel momento, che sia in questo caso il lavoro o la famiglia, e lo può fare con grande grinta, autonomia e serenità, come se scegliere fosse indolore.
Forse per alcune fortunate donne è così ma per altre dover in qualche modo fare una scelta tra ruoli che scandiscono la propria vita e che identificano la personalità può non essere semplice e può creare conflitti intensi, che fanno scaturire situazioni d'ansia e di stress con sintomatologie a volte importanti.
Per gestire in parte e in prima battuta queste situazioni potete redigere il vostro schema delle priorità.

Questo esercizio è mutuato dalla terapia cognitivo-comportamentale e si tratta di prendere un foglio e di scrivere da un lato i pregi e dall'altro i difetti che emergono dal scegliere o meno una o l'altra opzione in una data situazione.

Situazione d'esempio: dovrei rinunciare alla famiglia per il lavoro?
Schema: si scrive su di un foglio "rinuncio alla famiglia". Dividete il foglio a metà e da un lato scrivete PRO e dall'altra CONTRO e poi sotto incolonnate i pro e i contro.


Come vedete in questo caso sono più numerosi i contro, per cui rinunciare alla famiglia per questa persona avrà più svantaggi che vantaggi.

In questo modo si stillano delle priorità e ci si può concentrare meglio su alcuni punti riducendo così la confusione, l'ansia e la sensazione schiacciante del "non so che fare". Il fatto di rinunciare comunque a delle cose è normale e l'idea che possiamo fare tutto e che non ci siano rinunce da fare è un'illusione che può solo causare stress e cioè uno squilibrio tra quello che si sente di poter dare e quello che l'ambiente esterno ci richiede di essere.

Poi ovviamente il passo successivo è quello di andare a parlarne con un terapeuta perchè un grande conflitto che nasce nel presente è spesso figlio di un conflitto vissuto (in modo consapevole o inconsapevole) con alcune figure del proprio passato.
Così prendere delle decisioni importanti che segnano il proprio destino non sarà forse una passeggiata ma sarà sicuramente una vostra scelta, che vi lascerà convinte al 100%, e soprattutto che vi lascerà la convinzione di sentirvi padrone delle vostre vite e libere di viverle.