giovedì 14 settembre 2017

Seminario I.S.T.D.P. sul Disturbo Ossessivo Compulsivo


I.S.T.D.P. - Intensive Short-Term Dynamic Psychotherapy – Efficace con i pazienti difficili 

Gli obiettivi di questa mattinata di studio sono l’individuazione e la comprensione delle difese che agiscono fin dai primi momenti della seduta, l’analisi delle principali difficoltà nella creazione e nel mantenimento dell’alleanza con pazienti difficili, l’identificazione degli stati emotivi da cui originano le fasi critiche e indicazioni per alcuni metodi atti a monitorare l’andamento motivazionale della relazione terapeutica, che consente di orientare gli interventi di riparazione. 
Durante il seminario verranno proiettate parti di una terapia breve videoregistrata che mostrerà l’efficacia della Psicoterapia Intensiva Dinamica Breve (ISTDP) nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC).

Per gli interessati a conclusione della mattina ci sarà la presentazione del Master di formazione per la psicoterapia breve ISTDP che avrà inizio a gennaio 2018 a Castelfranco Veneto.

La giornata sarà tenuta dal dott. Luca Rossi, esperto nel campo delle Terapie Intensive Dinamiche Brevi.
Il dott. Rossi è membro e didatta della IEDTA (International Experiential Dynamic Therapy Association), l'associazione internazionale che raggruppa le più importanti psicoterapie dinamico-esperenziali.

A conclusione del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Riservato a: psicoterapeuti (Psicologi e Medici)
Presso: Libreria Ubik – Castelfranco Veneto, Via Giuseppe Garibaldi 8
Quando: Sabato 16 settembre 2017, ore 9.15 – 12.30

Ingresso libero previa registrazione:
- telefonando a: Luca Rossi 3473545213
- inviando una mail a: info@centromastermind.it

lunedì 31 luglio 2017

Crisi del quarto di secolo: inizia a 25 anni ma si può superare velocemente.

La crisi del quarto di secolo: oggi si può superare velocemente.

La crisi del quarto di secolo arriva verso i 25 anni, e - per fortuna! - si può superare velocemente.

Che cos'è?

La “crisi del quarto di vita” è un fenomeno sempre più emergente, che coinvolge tutta la fascia d'età che va dai 20 ai 30 anni e include tutti i sintomi classici del disagio tipico dei 40-50enni; gli esperti della Greenwich University, con a capo il dottor Oliver Robinson, affermano:
«Adesso si è molto più liberi di fare dei cambiamenti all’inizio dell’età adulta rispetto a quanto succedeva in passato perché c’è una maggior fluidità nel mondo del lavoro, nel matrimonio o nelle alternative allo stesso. E questa fluidità fa sì che i grandi cambiamenti della vita siano più accettabili. Nel passato, se cambiamento doveva esserci, questo avveniva nel periodo della mezza età. Oggi, invece, si va in crisi molto prima e le cause sono da individuare nella ricerca frenetica di un lavoro, nella necessità di fare soldi e avere successo in fretta e nell’ansia di voler soddisfare le aspettative dei genitori». 

Cosa mette a disagio i ventenni? 

Dopo aver studiato duramente e aver preso un diploma è ormai quasi d'obbligo intraprendere il percorso di laurea e questo porta ad uscire di casa e intraprendere nuove esperienze. Questo porta a sentire una quota molto forte di ansia e incertezza data dal fatto che una persona tra i 20 e i 30 anni è chiamato a decidere della sua vita; egli sceglierà potenzialmente il mestiere che farà per sempre, farà esperienze di convivenza creando legami molto stretti al di là del nucleo genitoriale e famigliare, si staccherà definitivamente dalle regole apprese dai propri genitori e imparerà a camminare con le proprie gambe diventando autonomo. Gioca inoltre un ruolo fondamentale la fluidità del mondo in cui viviamo dove davvero sembra che ogni persona possa fare della propria vita, potenzialmente, quello che desidera. Questo grande spazio di manovra abbinata alla miriade di esperienze nuove fanno si che la sensazione principale in questi giovani sia un perenne stato d'ansia, di insicurezza, alternati a momenti di maggiore solidità e certezza.

Come fare per sentirsi più sicuri di se stessi? 

Se in questa crisi del quarto di vita l'incertezza e l'ansia sono così intensi da sentirsi bloccati nelle proprie scelte, soffocati dall'incertezza e ingabbiati dalle aspettative dei genitori, ci si può fermare, imparando ad ascoltare le proprie sensazioni ed emozioni. Si può ristabilire un proprio equilibrio sentendo cosa è giusto per sè stessi e non per i propri genitori, cos'è che fa stare male, quali sono le componenti che generano quel conflitto interno, intimo, che sfocia poi nell'ansia e nella paura di essere diventati grandi e indipendenti.

Perché può essere facile uscire da questo periodo di crisi? 

Il fatto di avere un'età compresa tra i 20 e 30 anni facilità il percorso terapeutico perchè permette di attingere a una buona quota di energie psichiche di una struttura di personalità che si sta ri-solidificando e proprio questo è il momento più adatto per consolidarla al meglio. Si aggiunga poi che in genere le persone che così giovani soffrono di sintomi riconducibili a questa sindrome della crisi di mezza età (come attacchi di panico, ansia generalizzata, insonnia, tachicardia, eccetera) sono davvero molto motivate a lavorare su se stesse per migliorare la propria qualità di vita, le proprie relazioni e avere buone energie per emergere ed affermarsi nello studio e nel lavoro. Inoltre arrivano dal terapeuta con molta più fiducia in questa professionalità rispetto alle generazioni precedenti e questa propositività crea davvero il clima perfetto per la riuscita in tempi relativamente contenuti di una terapia che andrà ad aumentare la tolleranza al conflitto ansiogeno e ridarà stabilità emotiva e solidità caratteriale. Riusciranno quindi a sentirsi più a proprio agio nelle scelte da compiere per il proprio futuro che tanto li spaventavano in precedenza.

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Non sai come muoverti tra lavoro, studio e vita sentimentale? Senti l'ansia crescere sempre più quando sei costretto ad affrontare le decisioni che ti si pongono davanti? Contattami e troveremo insieme la soluzione più adatta ai tuoi problemi. 

venerdì 7 aprile 2017

Dai Luce alla tua Vita - Combatti la Depressione!



Cari amici, oggi, 7 Aprile 2017, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di dedicare la Giornata Mondiale della Salute a un tema delicato e a volte sottostimato: la Depressione. Sono troppe le persone che ancora oggi decidono di non parlarne e di non affrontare il problema con uno specialista, e si accontentano soffrendo di una vita senza colori. Ma la Depressione può essere combattuta e vinta, e con l'aiuto di un professionista ci si può riappropriare di tutta la bellezza che la vita può darci. Con questo breve video anche io e la dot.ssa Jessica Catalano, lo staff di RJ Studio, abbiamo voluto dare il nostro contributo a questa giornata così importante.
Condividetelo coi vostri contatti!
#LetsTalk #PsicologiVeneti #Depressione #OMS

martedì 24 gennaio 2017

Qual'è il ruolo di un terapeuta?



A volte ce lo chiediamo: ma quale ruolo dovrebbe avere un terapeuta?
Il terapeuta ha principalmente una missione, ovvero portare le persone a raggiungere tre obbiettivi molto chiari:


  1. Vivere la propria vita sentendosi liberi di esprimersi;
  2. Amare se stessi e gli altri;
  3. Ricreare un'esistenza che valga la pena di essere vissuta!
Un buon terapeuta ti può aiutare a ottenere tutto questo, affidati a lui con serenità!

mercoledì 28 dicembre 2016

Le tre regole per vedere il bicchiere mezzo pieno!

Le tre regole per vedere il bicchiere mezzo pieno!


Sta arrivando la fine dell'anno e ognuno inevitabilmente segna la linea dei mesi passati e inizia a fare i conti di quello che ha e di quello che vorrebbe avere per se stesso nel nuovo anno.
Non sempre i conti sono in positivo, per le mille ragioni e avvenimenti che una persona ha vissuto durante l'anno o anche durante gli anni. Ma cambiare rotta è possibile e permette di vivere meglio, guardando il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, per avere quel giusto ottimismo e affacciarsi al nuovo anno con entusiasmo e grinta.

Come riuscirci? Inizia da queste semplici regole:

  • Guarda alla tua esistenza con lo spirito di un esploratore, con la curiosità giusta per capire cosa ancora ti può riservare, evitando false aspettative o inutili illusioni.
  • Il percepirti come all'interno di un tutto, senza sentirti il solo e unico responsabile di quello che ti circonda, riesce a far diminuire la pressione delle aspettative che hai verso te stesso e verso gli altri e ti può aiutare a godere della quotidianità della vita.
  • Puntare su quello che si ha e darsi obiettivi a breve termine e raggiungibili, ti farà eliminare il rischio di sentirti frustrato dalla vita e oppresso dalle mille cose che ci sono da fare.



Questo ottimismo è possibile coltivarlo sentendosi padroni della propria vita e dandosi delle priorità a seconda dei propri bisogni, non tanto materiali quanto emotivi e affettivi, perché una vita piena e positiva parte da relazioni ricche e soddisfacenti prima con se stessi e poi con gli altri.

sabato 3 dicembre 2016

L'ansia, una catena che imprigiona ma che può essere spezzata.

L'ansia, una catena che ci imprigiona.

L'ansia si manifesta in varie forme. Una di queste è proprio la sensazione di avere a livello dello stomaco un blocco, una catena che non riesce a sciogliersi.
Che cos'è? E come si può districare?
Questa ingombrante e fastidiosa presenza è una tensione muscolare creata da una serie di emozioni in conflitto tra loro che sono scaturite da un episodio vissuto o comunque da un ricordo riaffiorato nell'inconscio. Queste emozioni sono in un certo senso il "vorrei ma non posso" che intrappola molte persone nella quotidianità, ad esempio: "vorrei potermi permettere di arrabbiarmi con quella persona che mi ha trattato così in ufficio, ma non posso perchè se poi lo faccio chissà cosa succede, chissà cosa pensano gli altri di me!"

Come si può districare la catena? Sembra facile, ma non lo è, non basta solo sapere ma ci si deve permettere di superare le proprie sovrastrutture e concedersi di sentire le proprie emozioni e viverle nel modo più costruttivo possibile. Per fare questo, spesso serve uno specialista che aiuti a fare proprio tale lavoro di riconoscimento dell'esperienza emotiva personale. La tecnica secondo me migliore per affrontare questo problema è l'ISTDP, che io stessa utilizzo nelle sedute con i pazienti che seguo e con la quale sto ottenendo ottimi risultati e di cui prossimamente vi parlerò più in maniera più approfondita.  

lunedì 21 novembre 2016

7 indizi per capire se sei dipendente dal tuo smartphone.

Tutto ciò che crea piacere può creare dipendenza e il cellulare non fa eccezione!
Scopri se ne sei dipendente!

Oggigiorno tutti abbiamo un cellulare, alcuni ne hanno anche due e spesso ne siamo ormai dipendenti.
Ormai molti di noi ci lavorano, leggono e scrivono e-mail, si fanno pubblicità sui social e il cellulare (meglio: lo smartphone!) diventa una segretaria, un informatore di tendenze, insomma diventa indispensabile.
Molti di noi, soprattutto i rappresentanti delle nuove generazioni, non ricordano un tempo in cui il cellulare non c'era e, anche chi come me è sui quaranta, fatica a ricordare di come si faceva quando non lo avevamo a disposizione; questo perché il telefonino è una vera rivoluzione nelle comunicazioni, nelle relazioni, nel comprendere la realtà che ci circonda!
Ovviamente come tutte le cose nuove che funzionano lo smartphone ha una grande quantità di pro, assieme anche a una buona quota di contro. Ma come possiamo capire se il nostro smartphone si è trasformato da uno strumento utile a una dipendenza?

Alcuni sintomi di dipendenza sono:

-La prima cosa che faccio al mattino è controllare il cellulare
-Quando mi annoio uso il cellulare
-Il tempo che passo al telefono aumenta sempre di più
-Divento preoccupato e irritabile se non ho con me il telefono
-Invece di godermi i momenti più emozionanti penso solo a come posso postarli e quale foto ci starebbe meglio
-Ho capito di passare troppo tempo davanti al cellulare. Ho provato a ridurlo ma non ha funzionato
-Ho litigato con qualcuno della mia famiglia perché passo troppo tempo davanti al cellulare.

Se vi ritrovate nella maggior parte di queste risposte allora potreste avere una vera e propria dipendenza da smartphone.
Un piccolo rimedio può essere quello di darvi dei limiti, ad esempio dopo le 19 potete iniziare a metterlo in un cestino nell'entrata di casa e non guardarlo più fino all'ora di mettere la sveglia x il giorno dopo, cercando quindi di fare una pausa di qualche ora per dedicarvi completamente alle vostre relazioni famigliari in modo completo e presente.